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Comunisti Anarchici e Libertari in CGIL N. 49 maggio 2019

 

Alle compagne ed ai compagni

 

La concorrenza è l'espressione più perfetta della guerra di tutti contro tutti che infuria nella società borghese moderna...Ora, questa concorrenza dei lavoratori tra di loro è l'aspetto peggiore delle condizioni di vita attuali del lavoratore, l'arma più affilata della borghesia nella lotta contro il proletariato.

Di qui gli sforzi dei lavoratori per sopprimere tale concorrenza associandosi; di qui il furore della borghesia contro queste associazioni ed il suo tripudio per ogni sconfitta inflitta ad esse.”

(Friedrich Engels “ La situazione della classe operaia in Inghilterra.” 1845)

Noi siamo contro la competizione tra i lavoratori, nella società e nella vita. Siamo anche contro il merito e la sua distorta conseguenza, la meritocrazia.

Siamo contrari perché non siamo liberali ma comunisti anarchici e non proponiamo la competizione tra esseri umani ma la solidarietà e, in subordine, il pareggio; continuiamo a credere alla necessità dell’abolizione dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, per un mondo di liberi ed uguali là dove il lavoro manuale assuma la medesima dignità e importanza di quello intellettuale, là dove non vi siano e, in subordine, il pareggio;

continuiamo a credere alla necessità dell’abolizione dello sfruttamento dell'uomo sull'uo- mo, per un mondo di liberi ed uguali laddove il lavoro manuale assuma la medesima dignità e importanza di quello intellettuale, laddove non vi siano più differenze tra sessi, razze e credi politici e religiosi, perché siamo convinti che gli esseri umani siano tutti uguali, e che le differenze nelle quali sono relegati non costituiscano una storica necessità, ma una prerogativa della società capitalistica e della conseguente divisione in classi dell’umanità.”

(Quaderni di “Difesa Sindacale” – n.1 – Aprile 2012)

 

Brevi riflessioni intorno al conflitto sociale

Come annunciato sul numero precedente di Difesa Sindacale pubblichiamo una sintesi di una lunga intervista a un operaio cinese a testimonianza che nella produzione di prodotti avanzati dal punto di vista tecnologico, come gli iphone, la realtà di chi realmente produce tali merci non sia affatto quella di lavoratori altamente professionalizzati in ambienti comodi, puliti ed asettici, che una presunta letteratura economica e ogica produzione di prodotti avanzati dal punto di vista tecnologico, come gli iphone, la realtà di chi realmente produce tali merci non sia affatto quella di lavoratori altamente professionalizzati in ambienti comodi, puliti ed asettici, che una presunta lette- ratura economica e sociologica spaccia come la nuova dimensione industriale, ma simile alla classica manifattura se non con aspetti oltremodo peggio- rativi e simili al capitalismo novecentesco con la classica catena di montaggio a cui l'operaio è "legato", ricordandoci il classico film di Charlie Chaplin "Tempi moderni", con gli orari sempre più ampliati, pause mense saltate o portate a fine turno, necessità di fare lunghi straordinari al fine di garantirsi paghe orarie minimamente sufficienti e diritti inesistenti.

Quella che viene indicata oramai come la "fabbrica del mondo" sviluppa la sua potenza economica sul classico super sfruttamento della forza lavoro e sull'esistenza di un esercito industriale di riserva, le centinaia di migliaia di masse contadine costrette e attirate per la loro sopravvivenza nelle grandi città industriali e lungo i territori della costa industrializzata, il quale permette un ricambio continuo della forza lavoro svolgendo il suo classico ruolo di riduzione delle condizioni minime salariali e normative.

In questa riflessione collettiva che vogliamo intraprendere sulle strutture produttive e sulla ricaduta delle tecnologie informa- tiche nei modelli organizzativi industriali e sulle condizioni generali dei lavorativi, analogo approfondimento cercheremo di rivolgere verso il modo di produzione che mutuando parti del modello giapponese e tedesco è oggi in essere negli stabilimenti non solo italiani FCA, ex FIAT.

Stiamo parlando del WCM (World Class Manufacturing) su cui una letteratura economica e sociologica, a nostro avviso di parte, ha disegnato e disegna come il definitivo superamento del modello fordista e della stessa fabbrica novecentesca, nella quale figure altamente specializzate e professionali, con tute bianche e non più blu, si interfacciano non con una catena di montaggio rigida ma con altre Unità Tecnologiche Elementari (UTE): strutture queste, formal- mente con autonomia gestionale in una struttura di fabbrica non più verticalizzata, ma cosi detta "integrata".

In realtà il WCM contiene una ennesima metrica del lavoro, detta Ergo Uas, che rappresenta un nuovo metodo per la determinazione dei tempi necessari per eseguire il lavoro nelle postazioni della fabbrica e quindi per la determinazione dei ritmi di produzione.

I 54.000 movimenti degli operai necessari per montare i 5.000 pezzi di una Panda sono stati tutti calcolati al computer e fluidificati moltissimo nella fase di sperimentazione della nuova linea di montaggio, non tanto per eliminare le mansioni più faticose e ripetitive quanto proprio per eliminare gli intoppi che fanno perdere denaro all’azienda.

L'Ergo Uas calcola i tempi di lavoro e assegna in automatico un intervallo di riposo millimetrico (tecnicamente si chiama “fattore di maggiorazione”) per le mansioni che richiedono sforzo fisico.

Tale approccio, più che aprire una presunta nuova fase "post fordista" ci pare in realtà un lineare e coerente sviluppo delle teorie dell'ingegnere Frederick Taylor, sviluppate, appunto, dall'industriale automobilistico Henry Ford, da qui il termine "fordismo", il quale aveva già perfettamente capito ad inizio secolo scorso che era molto importante per la nascente industria di massa capitalistica attuare un sistema di produzione mirante alla massima utilizza- zione della forza lavoro e quindi del profitto, ma limitando i movimenti degli operai al minimo indispensabile e con il minimo della fatica e del tempo.

Un sistema diviso in tanti determinati movimenti semplici e sempre uguali. Chi aveva la capacità di essere straordina- riamente veloce era anche incentivato economicamente con un premio di produzione: il famigerato "cottimo".

Uno dei principi fondamentali del pensiero di Taylor era "one best way" (l'unico miglior metodo possibile): dinanzi a qualunque problema tecnico o organizzativo esiste una sola soluzione, non una serie di soluzioni alternative fra loro.

Questo significa che la produzione migliore avviene quando il lavoratore smette di pensare a quello che deve realizzare, ma si concentra solo sui gesti sempre uguali legati al momento produttivo che gli è stato assegnato.

Quanto questo principio sia di fatto ancora in essere nelle fabbriche della "officina del mondo" viene confermato dalla lunga intervista che sotto riportiamo.

 

Valente Cristiano - SPI Cgil Livorno


Parla ex operaio in una fabbrica di iPhone

Dejian Zeng, studente univer- sitario alla New York University, ha trascorso sei settimane a lavo- rare in una fabbrica di iPhone vicino a Shanghai, di proprietà Changshuo del gigante manifat- turiero Pegatron Corporation che lavora per la Apple.

La fabbrica cinese Pegatron Corporation entrò nelle cronache di tutto il mondo nel 2013, quando il China Labor Watch, organismo che monitora le condizioni di lavoro nelle fabbriche cinesi, ha pubblicato un rapporto spiegando come l’azienda forzasse i suoi operai a condizioni di lavoro estenuanti, contrarie alla legge cinese e al codice di comportamento che Apple fa sottoscrivere ai suoi fornitori esterni. L’organizzazione aveva anche chiesto l’apertura di un’indagine su alcune morti sospette all’interno della fabbrica, legate, secondo gli attivisti, alle difficile condizioni di lavoro.

Da allora, Apple dice di effettuare controlli e di aver ottenuto aumenti salariali, negli ultimi cinque anni, di oltre il 50%, tetti alle ore di straordinario e miglioramento delle condizioni di lavoro.

Ecco quello che ha detto a Business Insider (1) della sua esperienza in una lunga intervista rilasciata al giornalista Kif Leswing dell'Aprile del 2017.

 

Ecco come lavora chi fa gli smartphone Apple


Kif Leswing: Mi piacerebbe che mi raccontassi una tua giornata tipo.

Dejian Zeng: All’inizio sono stato assegnato alla catena di mon- taggio nel dipartimento chiamato FATP (final assembling testing packing). Montavamo l’iPhone. Una catena di montaggio può avere fino a 100 stazioni. Ogni stazione fa una cosa specifica. All’inizio ho lavorato sul l’iPhone6S. E poi, dopo agosto, lavoravo sul l’iPhone7. Quando lavoravo sull’iPhone 6S, facevo due stazioni. In una stazione all’inizio fissavo gli speaker nell’alloggiamento. In pratica il mio compito era mettere gli speaker sulla cassa del telefono e avvitarli. La custodia dell’iPhone si muove sulla linea di montaggio ed è allora che noi la prendiamo, prendiamo una vite dalla macchina che passa le viti, e la avvitiamo sull’iPhone per poi rimetterlo giù, e farlo arrivare alla prossima stazione.

Leswing: Ti occupavi solo di una vite?

Zeng: Il lavoro è quello. Voglio dire è semplice, ma questo è il lavoro che fai. A ripetizione. Per giorni interi.

Leswing: Non era alienante?

Zeng: I primi giorni sei molto concentrato perché non riesci a star dietro alla velocità della catena di montaggio. Bisogna essere davvero veloci per starci dietro. Quindi sei davvero concentrato. E’ molto stancante, ma ti tiene la mente occupata. Non hai tempo di pensare ad altre cose.

Dovevo diventare sempre più veloce. E poi, dopo un poco, diventa una routine automatica, e verso la fine avrei persino potuto avvitare la vite ad occhi chiusi. Quindi dopo, hai un sacco di tempo in cui non sai cosa fare. È allora che la gente si annoia molto, visto che all’interno della fabbrica Pegatron non è permesso portarsi nessun dispositivo elettronico.

È molto noioso perché non si può ascoltare la musica. A volte i lavoratori parlano tra loro, conversazioni casuali, ma capita che il responsabile di linea si arrabbi. Ti dice: “Abbassa la voce”.

Leswing: Quando e dove ti svegliavi ogni giorno?

Ho vissuto in un dormitorio condiviso da 8 persone. Il dormitorio non è nel campus della fabbrica, è in un posto a circa 10 minuti d’auto e hanno delle na- vette per noi. All’inizio, facevo il turno di notte Mi svegliavo alle 18 o 18,30. La catena di mon- taggio inizia a orari differenti.

Alcuni colleghi iniziano alle 19,30, altri alle 20, altri alle 20,30 e altri alle 21,30. Io ho iniziato alle 19,30 quindi prendevo la navetta alle 19 e arrivavamo in fabbrica verso le 19,15. Dopo circa due ore, si ha una pausa di 10 minuti.

Durante la pausa molta gente dorme. Ed è difficile perché non c’è molto tempo. E se vuoi bere dell’acqua o hai bisogno del bagno devi attraversare l’officina, che è enorme, andare in bagno e tornare ci vogliono circa 10 minuti.

Leswing: Cioè i bagni non sono vicini?

Zeng: Diventa difficile arrivarci quando sei molto assonnato e hai anche bisogno di bere dell’acqua. Puoi fare solo una cosa. O vai in bagno o provi a dormire.

Leswing: Mettiamo che sei appena tornato da una pausa di 10 minuti. Cosa fai ora?

Zeng: Dopo altre due ore abbiamo una pausa di 50 minuti per pranzare. Di solito ci sono verdure, carne e a volte paninetti e noodles, e poi fondamental- mente tre piatti di verdure e uno di carne, con riso. Questo, di solito, è un pasto. A volte hanno mele, pere, qualche frutta come aggiunta al pasto. L’intera fabbrica mangia lì. È un’enorme mensa.

Se finisci il pasto in anticipo (in meno di 50 minuti), puoi di nuovo dormire. Il sonno è davvero centrale in fabbrica. Abbiamo molti divani, ma non molto comodi. Diciamo che si sente la struttura di ferro al loro interno. La gente semplicemente si siede lì e dorme. Ma non ci si può sdraiare.

Ci sono persone che passano di là. E se ci vedono sdraiati strisciano la tessera di riconoscimento e prendono nota. E mettono la nota nel nostro profilo. E poi la rendono pubblica a tutta la nostra catena di montaggio, quindi il nostro manager verrà a sgridarci più tardi.

A volte, se è successo più di una volta ci trattengono dei soldi ....

Leswing: Ti piaceva il cibo, e te lo facevano pagare?

Zeng: Sì, lo pagavamo noi. E dipende da che tipo di cibo scegli. Ci sono pasti da 5 yuan o da 8. Ma questo è dentro la fabbrica. Ci sono anche ristoranti nel campus dove la gente di solito va a mangiare quando ha finito di lavorare. A volte, se stai lavorando nel turno di giorno, è più caro. Può arrivare fino 20 yuan, qualcosa del genere.

Leswing: Il cibo era di qualità?

Zeng: Non direi. Il pollo ad esempio non è mai petto o cosce. È sempre il collo o certe parti che non puoi identificare. Quindi non direi che è un buon pasto. Ma sazia, e si è molto affamati, quin- di ti mantiene sazio nonostante tutto. È accettabile. Non è buono, ma non hai scelta.

Leswing: Parli con la gente a pranzo?

Zeng: Se mangi con i tuoi amici a volte sì. Un sacco di gente mangia da sola. Vai a prenderti il cibo e lo mangi, perché se riesci a mangiare più velocemente, poi potrai dormire un po’ di più. Dopo la pausa pranzo, lavori per due ore, e c’è ancora una pausa di 10 minuti.

Leswing: E, arrivati a questo punto, hai ormai lavorato sei ore.

Zeng: E dopo altre due ore — per un totale di circa 8 ore — di lavoro, poi dipenderà da te se hai bisogno di fare straordinari o no. Se non ne hai bisogno allora hai finito, tutti hanno finito. Ma di solito, se hai bisogno di fare straordinari, dipende se è un giorno tra lunedì e giovedì o se è venerdì. Perché il venerdì, si lavora solo per due ore di straordinari.

Quindi il totale del tempo che gli operai passano nella fabbrica è di 12 ore, generalmente includendo le pause e la pausa pranzo.

Leswing: Incluso anche il tempo che passi in fila ad aspettare di passare per il metal detector e quel genere di cose?

Zeng: No. Se volessi includere quello sarebbero 30 minuti in più.

Leswing: Ok. Quindi hai finito. Sono le 7,30 del mattino, che fai?

Zeng: Di solito vado a mangiare di nuovo. Poi prendo la navetta, vado al dormitorio, faccio una doccia – se sono fortunato c’è acqua calda. A volte non c’è acqua calda o non c’è proprio acqua. Dopo una doccia la gente o va negli internet caffè a giocare a videogame, a guardare video, e cose così, o si sdraia e guarda i video sul telefono ....................

Leswing: La gente che lavora alla Pegatron sa di stare assemblando prodotti della Apple?

Zeng: Sì che lo sanno. Tutti sappiamo che stiamo assem- blando prodotti Apple. .......

Leswing: Ti occupavi della stessa vite per l’iPhone7?

Zeng: No. In un momento successivo della produzione dell’iPhone 6S, mi avevano spostato ad un’altra stazione chiamata “cappottatura della fotocamera”. Hanno una sorta di protettore sulla fotocamera, e io dovevo fissare questa protezione al telefono. Mettevo anche due viti in modo che la fotocamera stesse nel punto in cui doveva essere. .....

Non è facile chiedere di non fare straordinari. Non è su base volontaria. Io direi che è questo il problema. I lavoratori non hanno scelta. Se non voglio lavorare, se oggi sono davvero stanco e non voglio lavorare, non posso farlo.

Credo sia questo il problema. La questione straordinari è inoltre complicata perché a volte si sente un operaio chiedere “voglio fare gli straordinari. Voglio quei soldi”. Ma queste persone sono spinte su quella strada perché il salario di base è semplicemente troppo basso.

Non possono guadagnare abba- stanza per mantenersi senza straordinari, ecco perché si “offrono volontari” per farli. Anche le fabbriche lo sanno. E gli operai. Sanno che una volta in fabbrica, c’è da fare straordinari per essere pagati.

Leswing: Quindi quando tu parli di straordinari, parli di andare oltre le 60 ore settimanali?

Zeng: Oltre le 8 ore quotidiane, allora si parla di straordinari. Un’altra cosa da considerare è che non ho fatto la mia esperienza lì durante la stagione di lavoro più intenso.

Un sacco dei turni che superano le 60 ore [settimanali] avvengono durante la stagione più intensa. Dopo che ho lasciato gli stabilimenti, hanno iniziato una produzione di massa dell’iPhone 7.

E sono ancora in contatto con operai di lì. Mi han detto che iniziano a lavorare la domenica. E un operaio con cui ho parlato mi ha detto che ha lavorato per 11 giorni di fila.

Leswing: Undici giorni di fila?

Zeng: Sì, senza interruzioni per 11 giorni. È ovviamente ben oltre le 60 ore settimanali se inizi anche a lavorare di domenica. Quindi credo che abbiano un diverso standard durante la stagione più impegnativa rispetto a quando non lo è.

Non so in che modo la fabbrica possa bypassare il sistema per il quale gli operai devono registrare le loro ore lavorative. Perché quando si entra al lavoro è obbligatorio strisciare il proprio pass.

E il mio amico mi ha detto che strisciano i loro pass anche quando lavorano la domenica. E credo che sia un’ovvia violazione della politica di Apple. Non so in che modo la fabbrica se la cavi quando fa questo.

Leswing: Avete notato alcun effetto negativo sulle persone che lavoravano troppe ore, a parte il semplice dormire?

Zeng: Non credo che ai lavoratori si lasci abbastanza tempo per fare altre cose. Il tempo che rimane nella tua vita è molto, molto limitato. È solo di un paio d’ore.

E poi non c’è molto che si può fare. Ritengo che questo sia un problema. Nel nuovo rapporto, hanno detto che un sacco di lavoratori hanno l’opportunità di formarsi attraverso alcuni programmi dove possono sviluppare la loro carriera professionale e cose del genere.

Ma quando si lavora 12 ore, si è esauriti. E l’unica cosa che si vuole è un po’ di riposo, e non c’è abbastanza tempo neanche per questo ..................

Zeng: Nella catena di montaggio la struttura di potere è molto chiara. La persona da cui ricevi indicazioni per la maggior parte del tempo è il tuo leader di gruppo.

Ti rivolgono delle richieste. Sono quelli che conducono le riunioni dopo il lavoro per fare il punto delle prestazioni di oggi. Sono quelli che continuano a spingerti dicendoti “Abbiamo 500 pezzi ancora, continuate a lavorare!”.

La capacità dell’intero campus credo sia di 100.000 operai. Quando ero lì c’erano circa 70.000 operai. Alla Pegatron, stanno costruendo nuovo edifici. Si stanno espandendo …. ...

Leswing: Quanto hai guadagnato nelle tue sei settimane a Pegatron?

Zeng: Sono stato lì un mese e mezzo, sei settimane. Allora un giorno mi hanno pagato il mese. Quindi per il primo mese ho preso 3100 yuan, che sono circa 423 euro.

Leswing: Non abbastanza per comprare un iPhone.

Zeng: Proprio no — e questo è per la produzione di un mese. E poi ho preso l’altra metà mese di 1500 yuan.

Leswing: E credi che fosse in linea con quanto prendono i tuoi colleghi?

Zeng: Sì, la gente prende più o meno lo stesso. Ma la cifra di cui ti parlo è il salario di base più il pagamento dello straordinario. Il salario base è molto basso

Lo stipendio è 2320 yuan, (316 euro) ed è fissato dal governo della città di Shanghai. Quindi questo rispetta giusto il salario minimo.

E poi c’è lo straordinario, il suo pagamento viene aggiunto al salario minimo, che è lo stesso per tutti in città .......

 

Note:

(1) Business Insider è un sito di notizie commerciali americano pubblicato da Opera edizioni internazionali nel Regno Unito , Australia, Cina, Germa nia, Francia,Sud Africa, India, Italia, Indonesia, Giappone, Malesia, Paesi Bassi, Paesi nordici, Polonia, Spagna e Singa- pore.